sfruttamento dei cavalli

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-ocean-
view post Posted on 14/9/2006, 21:09




I faticosi passi in avanti compiuti in questi ultimi decenni dalla nostra civiltà verso un maggior rispetto dell'ambiente e della vita hanno portato ad una presa di coscienza nei confronti degli animali, che ha fatto aprire gli occhi sugli usi e gli abusi ai quali vengono sottoposti e ha rivendicato i loro diritti. Per raggiungere il fine di una convivenza civile e fraterna tra uomo e animale la strada da percorrere è ancora lunga e richiederà una notevole evoluzione culturale. L'importante, tuttavia, è che questo cammino sia stato intrapreso.

Cominciano a sorgere interrogativi anche sul destino del cavallo e sul suo sfruttamento in campo sportivo, sebbene la sorte di questo animale sia poco visibile ai più, perché nascosta da grandi interessi economici, che ne fanno l'oggetto di speculazione e di lucro, nonché dall'ipocrisia di un falso amore, che in realtà è una maschera per la vanità, per l'arroganza e per il senso del dominio.

La maggioranza dei cavalli da corsa inizia la propria carriera a due anni, prima, cioè, di aver raggiunto la maturità e prima che il sistema muscolo-scheletrico sia completamente sviluppato per potere sopportare il notevole sforzo della corsa. Ne consegue un gran numero di lesioni. Per partecipare alle corse dei due anni, peraltro, i puledri devono iniziare il loro allenamento intorno ai diciotto mesi. In Italia circa il 30% di essi non arriverà a disputare neppure la prima corsa per le gravi lesioni riportate durante questo periodo di allenamento. Il 40% di quelli che affronteranno il primo anno di corse non proseguirà la carriera perché poco veloce o lesionato.

Nell'ambiente delle corse un cavallo ha valore solo se corre più velocemente degli altri. Il costo di mantenimento, in un ippodromo regolare, si aggira sui tre milioni al mese. Un cavallo che vince solo una quarantina di milioni all'anno è, quindi, da scartare, perché riesce a malapena a compensare il suo mantenimento. Se non dà profitto, può tranquillamente essere macellato. Questa, peraltro, è l'ipotesi più fortunata, poiché peggiore può essere la sorte che tocca a uno di questi cavalli. Potrebbe, infatti, finire nel mondo delle corse clandestine o in quello delle corse sull'asfalto, provinciali o paesane, dove gli abusi e lo sfruttamento sono molto comuni e difficilmente controllabili. Un triste destino lo aspetterebbe anche in una scuola o in uno dei maneggi di affittacavalli.


Molti cavalli da corsa non appartengono a una persona, ma a delle società di investitori senza volto, i quali, molto probabilmente, non vedranno mai il cavallo. Hanno solo interesse a trarne profitto. L'animale, perciò, non è visto come una creatura vivente e sensibile, ma solamente come uno strumento per fare soldi. Il rapporto tra uomo e cavallo è, in questi casi, fondato solo sul profitto. Nel momento in cui questo cessa, dopo le violente sperimentazioni che precedono la rinuncia, l'animale viene abbandonato a un destino, che solo nel suo aspetto più fortunato comporta la morte.

Sia che venga destinato all'ippica, cioè alle corse, o che venga adoperato in una delle discipline dell'equitazione, il cavallo è sottratto alle influenze esterne, che potrebbero stimolarne l'intelligenza. E' tenuto prigioniero del lavoro abitudinario, coercitivo e non variato di una specializzazione ad oltranza. E' costretto a contemplare le quattro pareti del suo box per 23 ore su 24 da chi gli impone un tipo di vita che non corrisponde alla sua natura e da chi crede di poter sfuggire alle proprie ansie attraverso un patologico affetto per gli animali e ha confuso l'amore per questi e per la natura con la tirannia, dimenticando, per fini utilitaristici, che per un animale, come per l'uomo, non vi è niente di più prezioso della libertà.

In tutto il mondo si sta formando un movimento crescente, contrario a molte discipline equestri. Prima fra tutte quella del completo per la quale si auspica l'abolizione, almeno nella sua formula attuale.. Questa disciplina brutale, che sottopone il cavallo a prove di resistenza e di destrezza assurde e inutili, deriva dalla tradizione militare di sottoporre i cavalli a delle prove rigorose prima di mandarli in battaglia. Si svolge in tre giorni e consiste di tre prove. La prima, quella di dressage, è una dimostrazione del grado di addestramento e di obbedienza del cavallo e dell'abilità del cavaliere nel controllarlo. La seconda è una prova di fondo che comprende: una marcia in terreno vario (mediamente di 4.500 metri da percorrere al trotto), uno steeple-chase (mediamente di 2.300 metri da percorrere al galoppo sostenuto e con superamento di 8 ostacoli), una seconda marcia in terreno vario (mediamente di 4.000 metri), un cross-country (mediamente di 4.400 metri da percorrere al galoppo in terreno vario e con superamento di almeno 25 ostacoli fissi). Le gare olimpiche sono molto più impegnative di questa. I cavalli che riescono a portare a termine indenni la seconda prova affronteranno, il terzo giorno, una gara di salto ostacoli.

La seconda prova è particolarmente severa e faticosa ed è causa di gravi lesioni e di morte per i cavalli. Stando, infatti, ai dati ufficiali di un periodo campione, che va dal 1986 al mese di marzo del 1996, nelle gare più note, durante la prova di cross-country, sono morti o hanno riportato lesioni fatali 26 cavalli. I numeri non ufficiali sono ben più tragici e non riguardano solo i cavalli: nell'arco della stagione 1999 si sono verificati numerosi incidenti mortali umani. Alle olimpiadi di Sydney la prova del cross-country è costata la vita al cavallo Bermuda's Gold e molti altri cavalli sono rimasti lesionati. Il cavaliere brasiliano Roberto Macedo, in seguito a una caduta rovinosa, rimasto sotto il cavallo, ha riportato la frattura del bacino.

In base a dati e prove documentate, le associazioni e le organizzazioni dedicate all'interesse e al benessere degli animali si stanno adoperando presso il Comitato Olimpico Internazionale, affinchè questa discutibile attività sportiva venga abolita come disciplina olimpica.
 
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*cavallina*
view post Posted on 15/9/2006, 12:40




quante notizie orribili.... :cry:
 
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Q.T.
view post Posted on 28/5/2011, 11:37




Quello che dici è vero e orribile...io ho preso un cavallo che è stato scartato dalle corse e per rifidarsi di qualcuno ci ha messo molto...io lo mento NOn lo sfrutto...non gli chiedo di fare ciò che non può ma monto in piano...io non penso che questo sia sfruttare i cavalli...ovviamente come dici tu è inpensabile il completo...ma montarlo ogni tanto nn credo gli faccia male!
 
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2 replies since 14/9/2006, 21:09   398 views
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