| Il cavallo, però, non deve solo saltare l'ostacolo: deve superarlo senza urtare le barriere mobili che lo compongono, perché il loro abbattimento comporta penalizzazione. Bisogna, perciò, che il cavallo rispetti l'ostacolo. Per averne rispetto deve temerlo. Per temerlo deve provare dolore quando lo tocca.
Per raggiungere lo scopo, i cavalieri adoperano diversi sistemi. Il più comune è quello di sbarrare i cavalli. Consiste nel colpire con un palo di bambù o di ferro gli arti anteriori o posteriori del cavallo, mentre sta saltando l'ostacolo, per farglieli tirare più su.
C'è chi preferisce adoperare la barriera chiodata, che è una barriera di legno nella quale si conficcano dei chiodi, ai quali si taglia la testa lasciandoli sporgere per poco meno di un centimetro. Questo metodo "povero" viene sostituito, grazie all'industria, da una lamina di plastica che avvolge una barriera in tutta la sua lunghezza. Da questa lamina sporgono dei durissimi aculei, che hanno lo stesso effetto dei chiodi. Nella fotografia sottostante si vede una sezione della lamina con gli aculei. Questo "campione" proviene dalla scuderia di un noto cavaliere professionista, nel maneggio del quale erano tranquillamente disposte svariate barriere interamente ricoperte da questo materiale. Un colpo di fortuna ci ha fatto trovare il pezzo di plastica, sottratto e poi fotografato, che vedete in questa pagina. Per ottenere un effetto analogo, vengono anche adoperate fasce o stinchiere chiodate. Sia le une che le altre si avvolgono intorno alle gambe dell'animale, dal nodello fin quasi sotto al ginocchio. Sulla superficie interna delle fasce o delle stinchiere vengono applicati dei chiodi, con le punte rivolte verso la pelle del cavallo, che penetrano nella carne dell'animale quando questo colpisce o tocca una barriera.
Altri sistemi prevedono l'uso di fili di ferro, di tappi di bottiglia inchiodati alla rovescia sulle barriere, di pomate irritanti spalmate sugli arti dei cavalli per aumentare il dolore provocato dalla barriera che viene toccata, di fili elettrici.
La Federazione Equestre Internazionale e la maggior parte delle federazioni nazionali vietano queste pratiche. La norma, tuttavia, resta lettera morta, poiché è difficile controllare i cavalieri durante la loro preparazione "a casa" e, inoltre, perché manca la volontà di intervenire da parte degli organi preposti, soprattutto nei confronti di cavalieri di livello agonistico più alto. C'è, poi, il grande problema dell'omertà. Tutti sanno, nessuno denuncia.
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