l'alimentazione del cavallo

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-ocean-
view post Posted on 25/6/2006, 21:47




PER IL CAVALLO SPORTIVO



I cavalli sportivi sono sottoposti a un lavoro di norma molto intenso ma di breve durata. L’energia necessaria in questo caso deriva dal processo di glicolisi che utilizza gli zuccheri per produrla in poco tempo, con l’unica pecca dell’acido lattico che si accumula nei muscoli e provoca l’affaticamento.I cereali, fonte per eccellenza di carboidrati, costituiscono la base dell’alimentazione del cavallo sportivo, qualunque sia la disciplina. Tuttavia non si deve esagerare nella dieta del cavallo con la quantità di carboidrati, che provocano gravi danni digestivi, come le terribili coliche.
Molto importanti per il cavallo atleta risultano i foraggi, tenendo presente che più il fieno è giovane, tenero, foglioso, più i carboidrati in esso contenuti sono digeribili, mentre più è invecchiato e fibroso e meno risulta utilizzabile come fonte energetica. Inoltre, l’apporto di foraggi nella dieta del cavallo sportivo risulta importante ai fini della regolarizzazione del transito digestivo ed è un grave errore limitare eccessivamente la quantità di fieno da fornire al cavallo in favore dei cereali o di altri mangimi energetici. Quindi il fieno è una base energetica ottima a cui andranno aggiunti cereali (avena, orzo, mais), mangimi energetici, carrube, fettucce di bietola ecc...Molto importante è la scelta del fieno destinato al cavallo sportivo, che non deve assolutamente essere sottovalutato: meglio prediligere fieni polifiti giovani, poco fibrosi, senza polveri, muffe ed elementi estranei, con buon profumo e colorazione intensa, ma anche una percentuale (che può essere di circa il 25% della razione totale di foraggio) costituita da fieni di leguminose come l’erba medica, la sulla o la lupinella. L’uso dei grassi, in particolare oli vegetali di mais e soja, è utile come fonte energetica per i soggetti che non esercitano sforzi al massimo delle loro potenzialità.
Per quanto riguarda gli integratori essenziali, un polivitaminico-minerale a cicli e in particolare nei periodi di maggiore allenamento è indicato soprattutto per chi non può disporre di foraggi freschi e fieni di qualità da fornire ai cavalli. E’ poi altrettanto interessante l’impiego di lieviti di birra o di probiotici in genere che hanno la funzione di migliorare la capacità digestiva della fibra, di fornire un contributo in minerali e vitamine del gruppo B e di regolarizzare la microflora intestinale. Di grande diffusione sono poi gli integratori a base di aminoacidi ramificati, che rimuovono l’acido lattico prodotto ritardando le reazioni da affaticamento.

PER LA CAVALLA IN DOLCE ATTESA



La primavera è la stagione dei parti o perlomeno il momento di maggior intensità di nascite. Anche perché bisogna ricordare che, da ricerche condotte nel settore, i puledri nati nei mesi di marzo, aprile e maggio manifestano mediamente performances atletiche decisamente superiori a quelli nati a fine inverno. Sono quindi da preferire le gravidanze a termine in primavera, quando le temperature sono più miti e c’è maggiore disponibilità di pascoli.
Per i primi mesi nutrire la cavalla gravida comporta pochi accorgimenti, in quanto non si discosta da quella di un soggetto in mantenimento, l’ultimo trimestre di gestazione è di fondamentale importanza. Questo perché in tale periodo si ha il rapido sviluppo del puledro, che determina una maggiore richiesta dei diversi alimenti. In linea generale si fornisce una razione a base di cereali (circa 1,5-2 Kg al giorno) e fieno polifita a volontà per i primi 7 mesi di gravidanza, per aumentare poi la razione fino ai 3 Kg circa dall’ottavo mese in poi, tenendo conto anche delle condizioni di mantenimento dei soggetti. È chiaro che se la cavalla è allevata all’aperto con permanenza fuori notte e giorno e la gravidanza si conclude nei primi mesi dell’anno le quantità di cereali o di mangime composto potranno essere aumentate in base a questi parametri. Se, al contrario, la fattrice è stabulata per diverse ore, ricoverata durante le ore notturne e conclude la gravidanza in concomitanza della primavera - quindi con temperature meno rigide e possibilità di pascolo - si impiegheranno quantità inferiori di concentrati.
La dieta deve essere poi completata da integratori soprattutto nell’ultimo trimestre di gravidanza, per coprire i fabbisogni vitaminici e minerali. Di particolare rilievo sono i minerali coinvolti nella formazione dello scheletro la cui carenza potrebbe concorrere ad accrescere le possibilità di problemi ortopedici nel puledro dopo la nascita. Fin dalla vita nel grembo materno, infatti, occorre prestare attenzione agli apporti di calcio, fosforo, rame, zinco e manganese, che risultano indispensabili per un corretto sviluppo scheletrico. Anche il ferro è un elemento critico ma essenziale in gravidanza e va quindi attentamente valutata la possibilità di impiegare un integratore minerale che ne apporti quantità adeguate. Per quanto riguarda le vitamine, l’utilizzo di un integratore a cicli di 15 giorni almeno due o tre volte nel corso della gestazione può contribuire alla copertura dei fabbisogni e a evitare la possibilità di carenze. La somministrazione dei pastoni cotti di semi di lino e cereali è utile negli ultimi mesi di gravidanza, quando il peso del puledro in addome contribuisce a produrre una minore motilità intestinale della madre: essendo un alimento lassativo e rinfrescante, se ne consiglia la somministrazione in sostituzione di un pasto principale due volte alla settimana.
A fine gestazione l’appetito della cavalla generalmente rimane buono, ma in alcuni casi il peso in addome può rendere più idoneo un frazionamento dei pasti in 3-4 somministrazioni nell’arco della giornata, in modo da ridurre l’ingombro digestivo.
Una piccola integrazione con oli vegetali può essere indicata per fornire energia in minor spazio e favorire la canalizzazione intestinale: in genere si somministrano 100 ml al giorno di olio di mais, con una buona appetibilità da parte della fattrice. Da evitare sono gli alimenti che fermentano facilmente come erba bagnata, frutta e verdure che se in eccesso possono provocare gas e aumentare la tensione addominale.

PER IL GIOVANE PULEDRO



Una corretta alimentazione svolge un ruolo determinante nella ‘costruzione’ di un puledro durante la fase di accrescimento che si svolge in allevamento, fase della durata di circa 18 mesi per galoppatore e trottatore e di circa un’annata in più per il cavallo da sella. In questi anni si è potuto osservare un aumento costante delle acquisizioni scientifiche nell’alimentazione del puledro e della professionalità di consulenti e allevatori, tanto che il mercato si è letteralmente riempito di integratori e mangimi destinati a questi soggetti. Basti pensare all’informazione sulle osteocondrosi e sugli effetti di una corretta nutrizione proteica, vitaminica e minerale per la prevenzione di problemi scheletrici per comprendere quanto importante sia stata l’informazione in questa direzione. Convegni, articoli, bollettini informativi, brochure di integratori: è indubbiamente difficile rimanere all’oscuro per un proprietario che abbia a cuore la salute del proprio puledro, addirittura a partire da quando è ancora nel ventre materno! Oggi è raro incontrare un allevatore che non riconosca l’importanza dell’alimentazione nella prevenzione e soprattutto nel raggiungimento di risultati soddisfacenti in termini di accrescimento.
Tuttavia un problema che rimane nell’alimentazione equina, e che molto spesso viene sottovalutato, è che il puledro continua a crescere anche quando, cambiato proprietario e modus vivendi, inizia la fase di allenamento. Qui il mercato è improntato principalmente ai prodotti che possono influenzare l’attività fisica, diretti quindi a migliorare le prestazioni, ridurre l’affaticamento muscolare, neutralizzare il più possibile la produzione di acido lattico, reidratare, ecc.
Spesso si tende a fornire al puledro in allenamento una razione simile a quella dei cavalli adulti in lavoro, non tenendo in considerazione che il fabbisogno di accrescimento esiste ancora e deve essere rispettato. Il soggetto che, ad esempio, entra in allenamento a due anni deve necessariamente seguire un programma alimentare che tenga conto non solo dei suoi fabbisogni di lavoro ma anche di quelli di accrescimento. Il primo problema che si incontra quando si parla di puledri in allenamento è la scarsa bibliografia scientifica sull’argomento; Nielsen, della Michigan State University, sostiene l’importanza dell’aggiunta di grassi alla dieta di questi soggetti come fonte energetica, in modo da limitare l’assunzione di cereali e alimenti ricchi di carboidrati in genere. L’autore però considera che una dieta ricca di grassi certamente può essere benefica per soddisfare i fabbisogni di lavoro e di accrescimento, ma rimane aperta la questione se, aumentando l’apporto energetico, occorre aumentare anche gli altri apporti (proteico, minerale, vitaminico): se si fornisce cioè un eccesso energetico senza equilibrare la razione negli altri nutrienti si rischia di ottenere accrescimenti di scarsa qualità.
Per quanto riguarda le proteine, i problemi sembrano soprattutto legati a un apporto eccessivo, in quanto vi potrebbe essere un incremento nella produzione di urine e ammoniaca con induzione di problemi respiratori legati all’umidità della lettiera e all’inalazione di ammoniaca stessa. L’apporto minerale risulta determinante nel puledro in allenamento e in particolare Nielsen descrive l’importanza del calcio, la cui ritenzione aumenta con l’esercizio. Certamente, poiché si tratta di soggetti in accrescimento, grande attenzione dovrà essere posta a tutti gli elementi coinvolti in una corretto sviluppo scheletrico e, in particolare a calcio, fosforo, rame, zinco e manganese i cui apporti devono essere correttamente calibrati. Infine, tra le vitamine, la tiamina sembra particolarmente ‘a rischio’: i puledri in allenamento possono infatti essere soggetti a carenza di questa vitamina con manifestazioni di depressione e mancanza di appetito, e tutte le conseguenze negative che ne possono derivare.
 
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